Angolo Etimologico: Silenzio - Andrea Farioli

Angolo Etimologico: Silenzio

Silènzio silenzio m. dal latino: silentium, der. di silens -entis, part. pres. di silēre «tacere, non fare rumore». – fig. Calma, assenza di rumore

Spesso si parla per abitudine, per sfuggire alla solitudine. Si chiacchiera per evitare il senso di vuoto, o perché si è erroneamente convinti che più si parla meglio è.
In realtà, parlare molto non facilita, né migliora le relazioni e non significa di per sé entrare in relazione.

Comunicare per creare relazioni è essenzialmente saper fare silenzio e ascoltare davvero. E’ l’Ascolto (con la A maiuscola) ciò che permette infatti di costruire relazioni di qualità.

Spesso invece non si ascolta, si finge soltanto, preparandosi in realtà a ciò che si dovrà dire quando l’altro avrà smesso di fare rumore parlando.
Allenarsi ad ascoltare cercando punti di silenzio nelle parole dell’altro può risultare difficile – immersi come siamo nella pluralità di stimoli della nostra società di “distrazione di massa” – eppure è la strada maestra se vogliamo davvero comprendere.

Solo quando la mente è in silenzio possiamo infatti recepire senza distorsione ciò che ci viene comunicato.
E’ nel silenzio che nasce la nostra capacità di connetterci non solo con noi stessi ma con il mondo che ci circonda.

Principi necessari per tacere

    È bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio
    Esiste un momento per tacere, così come esiste un momento per parlare
    Nell’ordine, il momento di tacere venire sempre prima: solo quando si sarà imparato a mantenere il silenzio, si potrà imparare a parlare rettamente
    Quando si deve dire una cosa importante, bisogna stare particolarmente attenti: è buona precauzione dirla prima a se stessi, e poi ancora ripetersela, per non doversi pentire quando non si potrà più impedire che si propaghi