Il racconto del Tagliapietra - Andrea Farioli

Il racconto del Tagliapietra

Mi capita spesso di incontrare infatti persone che hanno difficoltà a porsi degli obiettivi ma che sono comunque molto molto impegnati ……a lamentarsi e a provare insoddisfazione.
Io le chiamo persone affette da sindrome D.I.T.:

  • Difficoltà a porsi mete e obiettivi;
  • Insoddisfazione per uno o più aspetti della propria vita;
  • Tendenza a lamentarsi del lavoro.

Pensando a questo oggi desidero condividere un racconto che ho scritto qualche anno fa ma che trovo ancora molto attuale….. Buona lettura!

Il racconto del Taglia Pietra

C’era una volta un uomo profondamente insoddisfatto del suo lavoro.
Una notte fece un sogno.
Nel sogno era un tagliapietre e doveva faticare tutto il giorno per una misera paga. «Che vita orrenda!», pensava. «Come mi piacerebbe essere così ricco da poter oziare tutto il giorno». Nel tempo il suo desiderio divenne così intenso che si tramutò in realtà. Il tagliapietre sentì una voce che diceva: «Tu sei ciò che vuoi essere». In un attimo divenne ricco e poté avere ciò che aveva da sempre desiderato. Era felice, ma dopo poco vide passare il re e pensò: «Lui è potente oltre che ricco! Come vorrei essere io nei suoi panni». Di nuovo udì la voce e, come per magia, divenne re. Era l’uomo più potente del mondo. Che ebbrezza il potere! Tutti gli ubbidivano, tutti lo temevano. Era felice…ma non completamente e a poco a poco si fece sempre più strada la voce della pretesa con la sua propaganda maligna: «Voglio ancora di più! Voglio, voglio, voglio!». In quel momento vide il sole nel cielo e pensò: «Il sole è ancora più potente di me, voglio esser il sole!».
Ed ecco che divenne il sole! Luminoso, pieno di energia, immenso. Dominava il cielo e la terra. Nulla poteva esistere senza di lui. Però poi si accorse che sotto di lui le nuvole gli impedivano di vedere il paesaggio. Le nuvole erano mobili, flessibili e leggere. Invece di stare fisse nel sistema solare, potevano assumere infinite forme e al tramonto si coloravano di tinte stupende. Vivevano una vita varia e senza preoccupazioni… che invidia!
Ma l’invidia durò poco: Sentì di nuovo la voce::«Tu sei ciò che vuoi essere!», e si trasformò subito in nube. Che piacere, che divertimento! Ma la nuvola d’un tratto dovette condensarsi in goccioline di pioggia che, cadendo, andarono a colpire una roccia di granito. Che botta! Che impatto! La roccia era lì da millenni. Dura e solida e invece le misere gocce d’acqua si rompevano sul granito per poi scorrere su di esso fino a essere assorbite dalla terra e scomparire. Come sarebbe stato bello essere una roccia, pensò.
Subito divenne roccia e per un po’ si godette la vita! Finalmente aveva trovato la stabilità. Ora si sentiva sicuro: «Dopo tutto è la sicurezza che cercavo. Di qui non mi muove più nessuno».
Che meraviglia: il massaggio piacevole delle gocce di pioggia e poi la carezza calda dei raggi del sole. Come era bello venire riscaldati per poi essere rinfrescati dal vento. Le nuvole lo guardavano con ammirazione… aveva raggiunto la completezza!
Un giorno, però, vide una figura di uomo che si stagliava all’orizzonte. Era un uomo con un grosso martello, un tagliapietre che incominciò a battere con il martello su di lui. Più che il dolore, sentì lo sgomento per il fatto che il tagliapietre era ancora più forte di lui e poteva decidere del suo destino. «Come vorrei essere il tagliapietre», pensò.
E così il tagliapietre fu di nuovo tagliapietre. Dopo essere stato tutto ciò che voleva essere, divenne di nuovo ciò che era sempre stato. Ma questa volte era felice. Tagliare le pietre era diventato un’arte, il suono del martello era musica, la fatica alla fine della giornata era il benessere di chi aveva fatto bene il suo lavoro. Fu quella notte che in sogno ebbe una meravigliosa visione della cattedrale che le sue pietre avrebbero contribuito a formare.
Gli parve che non ci fosse niente di meglio che essere ciò che era. Fu una rivelazione bellissima che, sapeva, non lo avrebbe mai abbandonato: era la gratitudine.

E tu?

  • Che rapporto hai con la gratitudine?
  • Riesci a essere grato per le piccole cose che ti capitano ogni giorno o le dai per scontate e ti concentri su cosa invece ti manca?

Se hai voglia di allenarti ecco qui di seguito una strategia efficace (che ho più volte sperimentato su di me e proposto a tante altre persone affette dalla sindrome DIT. che ho incontrato come coach e counselor):

Le 3 piste della gratitudine

Tutte le volte che qualcuno condivide con te qualcosa di utile, piacevole o divertente sintonizzati su “Radio Gratitudine”, è una fantastica frequenza che trasmette sempre dentro di te anche se spesso è coperta da altri “rumori”. Questa radio ha tre potenti mantra, tre piste che si danno forza a vicenda, eccole:

  1. Grazie per quello che hai condiviso con me (gratitudine interpersonale)
  2. Grazie alla parte di me che fa questo per cui hai ringraziato (gratitudine intrapersonale)
  3. Grazie alle persone che ho incontrato e che fanno questo con me (gratitudine interpersonale allargata)

Riconoscile, pronunciale al tuo interno e, la n. 1,  anche all’esterno tutte le volte che sei in relazione positiva con la persona con cui ti trovi.
Fammi sapere cosa ne pensi e se il racconto o l’esercizio di sono stati utili.
Ti auguro una giornata piena di gratitudine!