La metafora di Tino e Gino - Andrea Farioli

La metafora di Tino e Gino

Questa è la storia di due fratelli gemelli, Gino e Tino. Due gocce d’acqua esteriormente, i fratelli sono però profondamente differenti interiormente, ovvero hanno un modo molto diverso di vedere il mondo e di dialogare con se stessi.
E’ come se Gino fosse nato con attivato il filtro del disprezzo e Tino con quello dell’apprezzamento.
Gino è infatti solito svalutarsi con frasi del tipo “non vali niente”, “non sei capace”, “sei uno stupido”, “sei brutto!” e a criticare se stesso e gli altri tutte le volte che viene commesso un errore: “ecco vedi, sei il solito…”, “Hai sbagliato ancora!” “Guarda come sei impacciato!”.
Per Gino il mondo è pieno di persone ostili, non disposte a collaborare e pronte a mettersi il bastone fra le ruote a vicenda.
Un giorno Gino entra in un bar affollato, le persone presenti vedono entrare “un tipo chiuso e dall’apparenza ostile”. Immediatamente ogni persona che lo nota ha una reazione: c’è chi si sposta e si allontana, chi volta le spalle e guarda altrove, alcuni infastiditi da questo comportamento, iniziano a fissarlo con aria di sfida e altri che senza accorgersene, iniziano a osservarlo.
Ai suoi occhi lo fanno per notare e criticare un numero sempre maggiore di aspetti del suo atteggiamento.
Dopo pochi secondi dal suo ingresso, Gino può iniziare a raccogliere una notevole quantità di “indizi” che confermano la sua convinzione: “il mondo è ostile e non sono degno di simpatia e di amore”. Così Gino lascia il bar senza salutare nessuno e con l’umore ancora più nero di quando era entrato
Tino, a differenza del fratello, tende a dare valore a sé e agli altri. Senza nemmeno rendersene conto spesso si ripete frasi quali “io valgo”, “sono capace e posso riuscire”, “abbi fiducia”, “ora salto e la rete apparirà”, “sono una persona che può piacere e risultare simpatica”. Quando commette errori, non perde tempo ed energie a giudicarsi o a cercare il colpevole ma cerca di comprendere che cosa può imparare dall’accaduto.
Per Tino il mondo è pieno di occasioni e di possibilità. Tino è convinto che le persone in fondo siano buone e che, se si sentono al sicuro, siano generose e disposte a collaborare. Il suo atteggiamento verbale e non verbale trasmette tutto questo.
Esattamente una settimana dopo il fratello, Tino entra nello stesso bar in cui era entrato Gino e le persone presenti vedono entrare “un tipo rilassato, sorridente e dall’apparenza amichevole”. Immediatamente ogni persona che lo vede entrare un ha una reazione: c’è chi sorride e si avvicina, chi lo saluta e risponde ai suoi “buongiorno”, alcuni, senza accorgersene, iniziano a osservarlo.
Ai suoi occhi lo fanno perché sono ben disposti nei suoi confronti e magari stanno apprezzando vari aspetti del suo atteggiamento.
Dopo pochi secondi dal suo ingresso succede che Tino può iniziare a raccogliere una notevole quantità di “indizi” che confermano la sua convinzione: “il mondo è un luogo dove si può vivere bene e sono degno di simpatia e amore”

E tu a cosa credi?

Albert Ellis, intorno agli anni Cinquanta, ha individuato dieci convinzioni che sono fonte di sofferenza per gli individui e che, per effetto della loro irrazionalità (in quanto non seguono nessuna logica e non corrispondono a nessun criterio di oggettività) possono causare reazioni orientate alla aggressività o alla passività. Tali convinzioni, rispondenti alla logica del bisogno, se si impongono in modo coatto e ossessivo divengono causa di innumerevoli disagi sia a livello personale che relazionale.
Compila la tabella qui sotto e scopri se vivi come Tino o Gino… 😉

Auto valutazione delle convinzioni disfunzionali (Metti una X in quelle senti vere)

CONVINZIONI

  1. Bisogna essere amati e accettati da tutti
  2. Bisogna considerarsi competenti e saper risolvere ogni situazione per sentirsi necessari, utili e degni di valore
  3. Ci sono persone cattive che devono essere giudicate severamente e punite per le loro colpe
  4. E’ terribile che le cose non vadano come io desidero
  5. L’infelicità umana trae origine da cause esterne e gli uomini hanno scarse possibilità di evitare disturbi e sofferenze
  6. Se un evento futuro appare minaccioso e pericoloso, mi devo preoccupare fortemente e pensare che si verificherò certamente nella sua versione più temuta
  7. Sono incompetente e inadeguato e devo necessariamente dipendere da altri più forti di me
  8. Le difficoltà della vita non vanno affrontate, ma evitate
  9. Il mio passato ha influito negativamente sulla mia identità attuale e continuerà per sempre a condizionare il mio comportamento
  10. La vita propone continuamente problemi da risolvere e io debbo preoccuparmi fortemente se no trovo subito la soluzione a ciascun problema

Quante crocette hai messo?

Se sono più di 2 o 3 forse potrà esserti utile partecipare a Mindset, il nostro workshop formativo sulle convinzioni. Scrivici per saperne di più!