Eppure per moltissimo tempo le emozioni in campo manageriale (e non solo), sono state considerate come un rumore di fondo che disturbava il funzionamento razionale dell’organizzazione.
In realtà, la funzione emotiva di un leader costituisce l’essenza originaria, l’elemento chiave della leadership.
Leadership e contagio emotivo
I membri di un gruppo considerano la risposta emotiva del loro leader come l’esempio più valido su cui modellare la propria. Possiamo dire che il leader fissa lo standard emotivo del gruppo.
Se lo stato emotivo del gruppo è rivolto all’entusiasmo, la qualità delle prestazioni sarà eccellente, se viceversa saranno spinti verso il rancore e l’ansia, il risultato sarà decisamente diverso.
Non necessariamente il leader ufficiale di un gruppo è anche il leader emozionale ma quando questo avviene è tutto il gruppo a beneficiarne sia in termine di efficacia che di benessere.
Calamite umane
La facilità con cui gli individui colgono lo stato d’animo di un leader è direttamente proporzionale al grado di espressività con cui egli riesce a trasmetterlo.
Alcuni esempi?
Un leader che possiede ed esprime forti capacità collaborative riuscirà a mantenere un elevato standard di cooperazione nel gruppo, garantendo un impegno costante che spingerà i suoi componenti a concentrarsi sull’obiettivo, senza perdere di vista l’importanza delle relazioni interpersonali tra i suoi componenti
Un leader che pratica e mostra gratitudine faciliterà tale atteggiamento negli altri più di un leader che non la mostra .figuriamoci se poi invece esprime accuse o pretese ….
E tu? Quali stati d’animo manifesti solitamente a chi ti sta accanto?
Risonanza o dissonanza?
In un leader le persone cercano supporto emotivo, ovvero empatia e capacità di “risuonare”.
Risonanza è infatti la capacità di un leader di orientare le emozioni in senso positivo facendo emergere negli altri la loro parte migliore.
Quando invece le emozioni sono su un’onda negativa si genera una condizione di “dissonanza” che mina le basi emotive fondamentali per la piena realizzazione dell’individuo.
Goleman definisce la leadership “dissonante” come una leadership che non è in grado di comprendere i sentimenti delle altre persone, innescando una spirale negativa che porterà il gruppo a provare sentimenti quali delusione, risentimento, rancore e rabbia.
I leader dissonanti sono i “capi” per cui nessuno vorrebbe mai lavorare.
Il mondo del lavoro è ricco di leader dissonanti che oltre a mancare di empatia, trasmettono emozioni risonanti solo nella loro accezione negativa. Queste persone molto spesso non sono consapevoli della loro leadership dissonante e difettano delle competenze fondamentali di Intelligenza emotiva che le porterebbe a esercitare una leadership risonante.
Alcuni leader dissonanti, riescono a dissimulare le loro carenze, nascondendosi dietro un fascino di facciata, e persino dietro un certo carisma, creato per ingannare gli altri. Costoro professano dei valori da cui sono in realtà completamente distanti e mancano di autenticità, congruenza e empatia. Questi leader potrebbero anche rivelarsi efficaci sulla breve ma la scia di negatività che si lasciano dietro ne smentirà presto i successi.
Al contrario, una leadership “risonante” si basa sulla sintonia che un leader riesce a instaurare con i propri interlocutori, riuscendo a orientarli verso uno stato d’animo positivo.
Quando un leader riesce a creare una situazione di questo tipo si troverà circondato da sguardi luminosi e pieni di interesse.
Raccontami la tua esperienza…
Come sono gli occhi dei tuoi collaboratori?
Come sono i tuoi occhi mentre guardi le persone con cui lavori?
Se sei interessato ad allenarti come me per trovare il “collirio” più adatto a te…contattaci!